David Crane: l’uomo che inventò il genere platform
di Retroacademy · Published 6 Aprile 2025
Compatta e potente Il PC Engine sfoggiava dimensioni incredibilmente ridotte, ma dentro c’era un vero cuore arcade.
Hudson + NEC = una combo vincente. Due nomi chiave dell’industria giapponese si unirono per lanciare questa console nel 1987.
TurboGrafx-16: la versione americana. Nel 1989, il PC Engine sbarcò negli USA con un nuovo nome e un design più “muscoloso”.
Grafica a 16 bit? Quasi. Tecnicamente una 8 bit con chip grafico 16 bit, ma visivamente batteva molte concorrenti.
Un joypad semplice ma efficace. Due tasti frontali e la precisione tipica dell’hardware giapponese anni ’80.
La prima console con lettore CD-ROM. Il PC Engine CD-ROM² arrivò nel 1988, aprendo la strada a giochi su supporto ottico.
R-Type: un debutto esplosivo. Il celebre shoot’em up di Irem mostrava fin da subito la potenza del PC Engine.
Un design minimal, quasi futuristico. La console sembrava uscita da un laboratorio di design industriale, più che da un salotto.
HuCard: le “carte” del successo. Altro che cartucce ingombranti: il PC Engine usava supporti sottili come carte di credito.
Un paradiso per gli shoot'em up. Dallo spazio profondo al Giappone feudale: il PC Engine ospitava alcuni dei migliori sparatutto della storia.
Estensioni, moduli, espansioni. La console era supermodulare: lettori CD, unità portatili, add-on video… tutto era possibile.
Un cult che ha lasciato il segno. In Giappone fu un successo clamoroso, e oggi è venerato dai retrogamer di tutto il mondo.
PC Engine Mini: la nostalgia in HD. Nel 2020, Konami ha riportato la magia in formato mini con una selezione di classici imperdibili.