Johnny Mnemonic compie 30 anni: il futuro era già ieri

Johnny Mnemonic

Trent’anni fa, Johnny Mnemonic immaginava un 2021 dominato dalla tecnologia. Nel 2025, ci rendiamo conto che aveva ragione.

Correva l’anno 1995. Internet era agli albori, i modem gracchiavano, e al cinema arrivava Johnny Mnemonic, un film cyberpunk ambientato in un 2021 distopico dove l’informazione è potere, e Keanu Reeves è un corriere di dati umano. Trenta anni dopo, ci guardiamo indietro e ci chiediamo: quanto di quella “fantascienza” è diventata realtà?

Un esperimento artistico diventato cult

Diretto da Robert Longo e tratto da un racconto di William Gibson (il papà del cyberpunk), Johnny Mnemonic nasceva come un progetto indie low budget. Dopo il successo di Speed, però, Hollywood fiutò l’occasione e gonfiò il budget a 26 milioni di dollari. Il film cambiò pelle, ma non anima: anche se il pubblico dell’epoca lo accolse con freddezza, nel tempo ha conquistato lo status di cult.

E nel 2021, proprio l’anno in cui è ambientato il film, Longo ha finalmente pubblicato Johnny Mnemonic: In Black and White, la versione “director’s cut” in bianco e nero, più vicina alla sua visione originale. Una nuova occasione per rivalutare un’opera che parlava di realtà virtuale, intelligenze artificiali e sovraccarico informativo in un’epoca in cui tutto ciò era ancora fantascienza.

Il mondo di Johnny è il nostro presente

Nel film, il mondo è afflitto dalla NAS (Sindrome da Attenuazione Nervosa), causata dall’eccesso di dati digitali. La gente impazzisce per colpa dell’informazione non filtrata, e megacorporazioni controllano le vite dei cittadini. Ti suona familiare?

Oggi viviamo immersi in cloud, overload informativo e realtà aumentata. L’identità digitale è una seconda pelle, e i dati sono la nuova valuta. Il confine tra uomo e macchina? Sempre più sfocato.

Gibson e Longo avevano visto lungo. Johnny Mnemonic è diventato un documento premonitore, una capsula del tempo che oggi possiamo (ri)guardare con occhi diversi.

Dati nel cervello, cyberdeck nel cuore

Per chi ama il retrogaming e la cultura cyber degli anni ’80 e ’90, Johnny Mnemonic è una tappa obbligata. È figlio dello stesso immaginario che ci ha dato Neuromante, Blade Runner, Akira, e più avanti The Matrix. Ma è anche un’opera che oggi possiamo apprezzare meglio, perché il mondo che raccontava ora lo viviamo.

Johnny trasporta 320 gigabyte di dati nel cervello e rischia la vita per consegnarli. Oggi abbiamo il doppio di quella memoria in tasca, nello smartphone. Eppure, non ci sentiamo meno sopraffatti. Forse, come diceva il film, “l’informazione vuole essere libera” ma anche noi abbiamo bisogno di liberarci, ogni tanto.

Curiosità: nel cast c’è anche Dolph Lundgren (un predicatore cyborg fuori di testa) e Takeshi Kitano, leggenda del cinema giapponese. E la colonna sonora? Una perla anni ’90 con brani di Stabbing Westward, Orbital e KMFDM.

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