Thronglets esiste davvero: il gioco di Black Mirror Plaything è ora giocabile

L’episodio della settima stagione intreccia nostalgia, AI e ossessioni digitali, con richiami a Doom, System Shock e un QR code segreto
Plaything, il quarto episodio della nuova stagione di Black Mirror, è una vera lettera d’amore (inquietante) al mondo dei videogiochi retrò. Scritto da Charlie Brooker e diretto da David Slade, l’episodio segue le vicende di Cameron Walker, giornalista videoludico ossessionato da un vecchio gioco per PC chiamato Thronglets. Una storia che mescola suggestioni anni ’90, intelligenze artificiali e discesa nella follia digitale.
Thronglets: la versione oscura dei Tamagotchi
Il gioco protagonista dell’episodio è Thronglets, un titolo fittizio ma estremamente verosimile, a metà strada tra i Tamagotchi e Creatures del 1996. Progettato, all’interno dell’universo narrativo, da Colin Ritman, il programmatore già visto in Bandersnatch, Thronglets è un simulatore di cura di creature digitali che si rivelano molto più intelligenti (e pericolose) del previsto.
Connessione con Bandersnatch
La presenza di Colin Ritman e le implicazioni meta-narrative di Plaything lo rendono una sorta di seguito spirituale di Bandersnatch. Anche qui, il tema del controllo tra utente e macchina viene ribaltato, lasciando intuire che l’interattività – reale o illusoria – possa condurre a derive oscure. L’influenza di Bandersnatch si avverte anche nel gioco Thronglets, che sembra una versione evoluta, paranoica e AI-driven delle meccaniche viste nel film interattivo del 2018.
Un concentrato di citazioni retrò
L’episodio è un tripudio di riferimenti alla cultura videoludica anni ’90: Doom (con schermate in stile DOS), System Shock (AI e interfacce sci-fi), Magic Carpet (atmosfere psichedeliche), WipEout (citato nella colonna sonora finale con “We Have Explosive” dei FSOL).
L’estetica è curata nei minimi dettagli: CRT, floppy disk, ambientazioni da sala giochi domestica, e interfacce a 256 colori. Per chi è cresciuto tra Amiga, DOS e Mega Drive, ogni scena è un tuffo nel passato.
Il QR code misterioso nei titoli di coda
Nel finale, durante i titoli di coda, compare un QR code che rimanda al sito ufficiale di Thronglets, trasformando la finzione in realtà.
Scansionandolo, si accede a un sito in perfetto stile retrò, dove è possibile scaricare la versione mobile del gioco, disponibile per iOS e Android. Il gioco include interazioni strane, messaggi criptici e notifiche intelligenti che mutano col tempo, continuando l’esperienza dell’episodio nella vita reale.
“Plaything non è solo un episodio ben scritto: è un’esperienza meta-narrativa che abbraccia temi profondi come il libero arbitrio, l’identità digitale e la nostalgia per un’epoca in cui i videogiochi sembravano magici, misteriosi e pericolosi. Il legame con Bandersnatch lo inserisce perfettamente nella tradizione di Black Mirror, ma è l’estetica retrò e il rispetto per la cultura videoludica anni ’90 a renderlo un episodio imperdibile per ogni retro-gamer.”