Un Transformer da portare al polso? No, è molto di più

Unico nel suo genere: RETROVISION ’85 è l’evoluzione adulta (e costosa) dei nostri giocattoli
Chi ha vissuto l’infanzia negli anni ’80 o primi ’90 ricorderà con un sorriso i mitici orologi robot trasformabili, quelli che sembravano usciti direttamente da Transformers o dai cartoni animati del sabato mattina. Oggi, quella magia prende nuova vita (e una forma decisamente più lussuosa) con il RETROVISION ’85, l’ultima creazione di HAUTLENCE, maison svizzera specializzata in orologi d’élite.
Un robot da polso (letteralmente)
Il RETROVISION ’85 è un orologio da collezione che si trasforma fisicamente in un robot in miniatura, con tanto di braccia e gambe.
All’interno batte infatti un complicato movimento Vagabonde Tourbillon, visibile attraverso il “petto” del robottino, con ingranaggi in movimento che sembrano dare vita al nostro piccolo compagno.
Il concept è chiarissimo: unire la gioia infantile dei giocattoli trasformabili all’eleganza della micromeccanica orologiera, offrendo così un oggetto da sogno per nostalgici con un debole per il design high-end.
Ispirato ai Kronoform
Se il nome Kronoform vi dice qualcosa, siete sulla lunghezza d’onda giusta: quei vecchi orologi robotici erano un must per ogni bambino fan di robottoni.
Il RETROVISION ’85 ne raccoglie l’eredità, ma con una lavorazione che strizza l’occhio all’alta orologeria e all’estetica cyberpunk, con tocchi di cromo, magenta e trasparenze industriali da urlo.
Per veri intenditori…e collezionisti
Prima di correre ad aggiungerlo al carrello: ne esistono solo 8 esemplari al mondo. Sì, hai letto bene.
HAUTLENCE ha voluto realizzare un vero oggetto da collezione, con tiratura limitatissima e un prezzo (non comunicato) che, probabilmente, si commenta da solo: “se devi chiedere quanto costa, non puoi permettertelo”.
Un sogno retro high-tech
RETROVISION ’85 non è un giocattolo, ma un omaggio tangibile a una generazione cresciuta tra giochi elettronici, robot e sogni spaziali. È un ponte tra infanzia e età adulta, tra la nostalgia analogica e la perfezione meccanica.