Starfighter: quel cabinato che sognavamo tutti

The Last Starfighter, 1984

La storia del videogioco di Giochi Stellari (che purtroppo non vide mai la luce)

Immagina di entrare in una sala giochi nel 1984. L’aria è satura di suoni digitali, luci pulsanti e odore di plastica calda. Tra un Defender e un Galaga, scorgi un cabinato nuovo di zecca: luci azzurre, una grafica mai vista, un nome che risuona come un richiamo per eroi intergalattici: Starfighter.

Ti avvicini. Metti la mano in tasca per cercare una monetina. Sei pronto a salvare la galassia.

Solo che quel cabinato non c’è mai stato. È esistito solo al cinema, nel film Giochi Stellari (The Last Starfighter, 1984). Eppure, per milioni di spettatori e appassionati di arcade, quel gioco è diventato reale, almeno nei sogni.

Questa è la storia di uno dei videogiochi più desiderati di sempre che non è mai arrivato nelle sale giochi. Una leggenda nerd, fatta di pixel mancati e promesse stellari. E noi, come ogni retrogamer che si rispetti, non potevamo non raccontarla.


Di cosa parla Giochi Stellari?

Alex Rogan è un ragazzo qualunque che vive in un piccolo e noioso villaggio americano. Passa le sue giornate tra lavoretti e partite al cabinato Starfighter, un videogioco arcade di combattimento spaziale in cui è diventato imbattibile. Ma un giorno, una misteriosa figura aliena lo contatta: quel gioco era in realtà un test di selezione per veri piloti interstellari!

Così Alex viene catapultato in una guerra galattica reale, a bordo della Gunstar, per difendere l’universo dalla minaccia del malvagio Xur e dell’armata Ko-Dan. Tra duelli spaziali, robot doppiatori e colpi di scena, Giochi Stellari diventa un’avventura indimenticabile: il sogno di ogni gamer anni ’80.


Il cabinato dei sogni

Lo ricordi? Quel design avveniristico, i comandi ergonomici, lo schermo che mostrava battaglie spaziali in CGI mai viste prima. Il cabinato di Starfighter sembrava uscito dal futuro, e per molti spettatori fu amore a prima vista. Altro che Pac-Man: quello era il gioco che tutti volevamo nelle sale giochi sotto casa.

Il problema? Non è mai esistito davvero. O almeno, non nel modo in cui tutti speravamo.


Il grande progetto (quasi) realizzato

Atari, all’epoca regina incontrastata dell’universo arcade, ottenne i diritti per sviluppare il videogioco ufficiale del film. L’idea era semplice e potentissima: portare Starfighter davvero nelle sale giochi, con una grafica avanzatissima per l’epoca, ispirata alle spettacolari sequenze in CGI viste al cinema.

Un prototipo fu effettivamente realizzato, funzionante su hardware simile a quello di Star Wars Arcade del 1983 — un sistema capace di gestire grafica vettoriale tridimensionale, velocità e azione. Il gioco prometteva battaglie spaziali intense, manovre a zig-zag tra le stelle e una fedeltà al film da far impazzire i fan.

Eppure, nonostante le premesse, il progetto fu cancellato.

Le ragioni? Diverse. Le vendite non eccezionali del film, la crisi del mercato videoludico americano del 1983 ancora fresca, e forse anche i limiti dell’hardware nel ricreare davvero la magia del film. Atari preferì non rischiare.

Il risultato? Un videogioco quasi pronto ma mai pubblicato. Nessun cabinato nei bar o nelle sale. Solo un sogno, lasciato a metà.


Il mito vive nei fan

Ovviamente, una storia così non poteva finire lì. Negli anni, appassionati e collezionisti hanno cercato qualsiasi traccia del prototipo originale. Alcune schermate e video sono emersi, e oggi possiamo dare un’occhiata a come sarebbe stato Starfighter Arcade: un classico sparatutto spaziale con visuale in prima persona, simile a Star Wars Arcade, ma con ambientazioni e nemici ispirati al film.

E poi sono arrivati i fan-game: progetti amatoriali, ricostruzioni, persino emulatori fatti da zero da chi voleva, almeno per un attimo, sedersi ai comandi della mitica Gunstar.

Uno dei più noti è The Last Starfighter: The Game, sviluppato negli anni 2000 da uno sviluppatore indie che ha cercato di replicare lo stile retrò del cabinato immaginario. E non dimentichiamo i remake in VR e i mod per giochi come Elite Dangerous o Star Wars: Squadrons, ispirati proprio all’atmosfera del film.


Il sogno (mai) finito

Alla fine, quel cabinato inesistente è diventato un’icona mitologica del retrogaming. Un simbolo di un’epoca in cui l’immaginazione era più potente della tecnologia. In cui bastava vedere un film per credere che, forse, anche noi potevamo salvare la galassia con un joystick in mano.

Giochi Stellari ha lasciato una traccia profonda non tanto per il film in sé, quanto per l’idea che ha rappresentato: la possibilità che il videogioco sia qualcosa di più. Un portale verso l’avventura. Un test segreto per eroi. Un sogno che, anche se mai realizzato continua a vivere nei cuori degli appassionati.


Curiosità

  • Il cabinato di Starfighter nel film era una scenografia funzionante, con effetti grafici creati ad hoc per le riprese.

  • Fu uno dei primi film a usare CGI estesa per le scene d’azione, molto prima di Toy Story o Jurassic Park.

  • La ROM del prototipo Atari non è mai stata rilasciata, ma alcuni video dimostrativi girano ancora in rete.

  • Il film ha ispirato romanzi, fumetti e persino un remake annunciato più volte… chissà che un giorno non arrivi davvero.

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